L’altra parte del nostro mondo
È inevitabile tornare ogni volta sull’argomento. Si sperava in una ripartenza ma, di fatto, gli annullamenti continuano spiazzando in particolare il salto ostacoli di vertice. Nel momento in cui scriviamo è arrivata la conferma ufficiale che anche lo storico e amatissimo Olympia International Horse Show di Londra quest’anno salta, così come tanti altri eventi già annullati e altri ancora, si sa già, avranno lo stesso destino. Questo continua a generare disagio, sconforto, preoccupazione oltre che dissapori e controversie all’interno del comparto tra chi deve partecipare e chi no ai pochi concorsi rimasti. Si vocifera sugli Europei, si o no? Dove e quando? Staremo a vedere. Tutto può succedere, tutto è in divenire. Di questo c’è chi si sta occupando con professionalità e coscienza. Verona, intanto, ad oggi per fortuna resiste.
In mezzo a tutto ciò, però, il mondo dei cavalli continua a vivere, sebbene zoppicando per saltare fuori da questo periodo, regalando sempre le forti emozioni di cui è capace, da una parte grazie alla meravigliosa natura dei cavalli che, non coinvolti nelle vicende sanitarie degli esseri umani, riempiono la vita di tutti coloro che hanno la fortuna di averli accanto e di condividerne tempo quotidiano; dall’altra con le vicende nelle quali, loro malgrado, sono coinvolti nel bene o nel male. Allontanandoci quindi dalle discipline olimpiche ed entrando nel mondo dei cavalli a 360°, una vicenda, che già da tempo crea preoccupazione nell’ambiente e ne riscalda gli animi, è legata all’Ippodromo di San Siro di Milano, il tempio dell’Ippica dove hanno corso i più grandi campioni di tutti i tempi e al quale tantissimi altri Ippodromi si ispirano.
Ancora oggi il complesso ippico di San Siro è teatro dell’allenamento quotidiano degli affascinanti purosangue attorno ai quali ruota un mondo di professionisti del settore in uno degli scenari artistici e monumentali più belli d’Italia nel cuore della capitale lombarda.
Oggi l’attività dell’Ippodromo di San Siro è a rischio a causa di disaccordi esistenti, ormai da tempo, tra la società proprietaria Snaitech e gli allenatori che occupano le strutture (l’articolo ‘San Siro, un mondo parallelo dal fascino eterno’ a pag. 90). Una diatriba che potrebbe concludersi ponendo fine all’attività dell’Ippodromo e con il conseguente sfratto dei 450 cavalli che occupano le scuderie e che dovrebbero cercare casa altrove.
Se così fosse la perdita sarebbe enorme per tutti: cavalli, fantini, allenatori, appassionati oltre che culturale e artistica. Insomma una parte preziosa d’Italia che se ne va… Certo si sa, nell’Ippica non tutti gli esempi sono edificanti e ci sono aspetti sui quali c’è senz’altro molto da ridire, ma sappiamo bene che questo accade in tutte le discipline equestri.
Qui si sta parlando di chi lavora con coscienza, di chi ai propri cavalli dedica tutta la vita, di chi i cavalli li ama davvero, di cavalli che hanno scritto la storia… •