L’eredità di un grande campione
La foto di copertina della nostra rivista è sempre dettata da una ragione ben precisa; è quindi spesso legata a un evento, una vittoria importante, o comunque a un’occasione speciale che ha messo in risalto quel binomio, oppure quel cavallo o quel cavaliere, in quel dato periodo. Talvolta, invece, non c’è nulla di agonistico, è il ritratto di cavallo e cavaliere semplicemente insieme, un’immagine che lascia trapelare l’intima connessione che li unisce. Che si tratti di uno scatto in azione in gara, di una passeggiata in riva al mare oppure di un ritratto in primo piano, ciò che conta è che l’immagine sappia trasmettere un’emozione. In questi mesi, in cui tutto si è fermato, mentre sul piatto c’è la programmazione dei futuri grandi eventi, Europei, Olimpiadi, Campionati del Mondo di tutte le discipline all’insegna, speriamo, di una rinascita sportiva, abbiamo voluto cogliere l’occasione di ricordare un binomio straordinario.
Lexington, Kentucky, 2010: Philippe Le Jeune e il suo stallone Vigo d’Arsouilles si aggiudicano il titolo di Campioni del Mondo. Chi c’era, chi ha visto le immagini diffuse su tutti i media non può dimenticare la commozione di Le Jeune al termine dell’ultimo dei quattro giri con lo scambio dei cavalli. Sono passati esattamente dieci anni e a festeggiare questa ricorrenza è proprio un giovane stallone, figlio del grande performer, che si aggiudica una vittoria significativa come quella della Körung dello stud-book Holstein. Vigo, che è mancato lo scorso anno, continua quindi, vittoriosamente, la sua carriera attraverso i suoi tanti ottimi figli.