Julien Epaillard: talento, passione e una super scuderia
di Luca Paparelli
Tutto, o quasi tutto, negli ultimi sei anni… Fino al 2019 Julien Epaillard era un ottimo professionista, cavaliere di talento molto apprezzato per le sue qualità, ma relativamente poco conosciuto al di fuori della Francia malgrado due decenni di carriera internazionale e l’appellativo di ‘le Français plus rapide’ per le sue doti nelle gare a tempo: «avrei potuto vincere molto di più se qualche volta fossi andato meno veloce» ha sempre raccontato al proposito il transalpino.
Cresciuto nella scuderia di Cherbourg dei suoi genitori, Epaillard ha subito mostrato un grande talento che lo ha portato a vincere da giovane un oro individuale e un argento a squadre nell’Europeo Young Riders 1996 di Klagenfurt ed ancora un bronzo a squadre in quelli di Lisbona del 1998.
Tutto, o quasi tutto, negli ultimi sei anni… Fino al 2019 Julien Epaillard era un ottimo professionista, cavaliere di talento molto apprezzato per le sue qualità, ma relativamente poco conosciuto al di fuori della Francia malgrado due decenni di carriera internazionale e l’appellativo di ‘le Français plus rapide’ per le sue doti nelle gare a tempo: «avrei potuto vincere molto di più se qualche volta fossi andato meno veloce» ha sempre raccontato al proposito il transalpino.
Cresciuto nella scuderia di Cherbourg dei suoi genitori, Epaillard ha subito mostrato un grande talento che lo ha portato a vincere da giovane un oro individuale e un argento a squadre nell’Europeo Young Riders 1996 di Klagenfurt ed ancora un bronzo a squadre in quelli di Lisbona del 1998.
Da senior la sua carriera sportiva è poi proseguita nel migliore dei modi, seppur senza particolari acuti, fino alla svolta che arriva dopo i 40 anni con l’incontro con Caracole de la Roque, cavalla che gli ha permesso di salire veramente alla ribalta internazionale. Fino al 2022, infatti, Epaillard non aveva ancora partecipato a un campionato senior e non era considerato uno dei pilastri delle prime squadre nazionali, ma è grazie a questa saltatrice che ha iniziato a vincere gare importanti e guadagnare posizioni su posizioni del ranking FEI nel quale ha raggiunto il secondo posto, partecipando anche al Campionato del Mondo di Herning.
All’inizio del 2023 Caracole de la Roque è stata poi venduta allo statunitense Carl Kook, ma la mancanza di questa super cavalla non ha creato particolari problemi al cavaliere transalpino che in scuderia aveva già Dubai du Cedre e Donatello d’Auge con i quale è definitivamente diventato uno dei numeri uno del jumping mondiale.
Dopo le Olimpiadi di Parigi, anche Dubai du Cedre è stata venduta a Deborah Mayer, manager del team Iron Dames ma, anche in questo caso, allo stato dei fatti, senza troppe conseguenze se non la promozione come primo cavallo, ampiamente ripagata, di Donatello d’Auge, per un turn-over in scuderia e in gara assolutamente invidiabile.
Il campione francese non si è però mai scomposto più di tanto: «Sono stato fortunato ad avere buoni cavalli e persone che credono in me. Da parte mia cerco di andare nella direzione in cui mi portano i miei cavalli, tutto ciò che ho fatto con loro è stato quello che sono in grado di fare. Se domani avrò solo cavalli per i CSI a due stelle, sarò comunque felice, e gareggerò nei due stelle. Allo stesso tempo se scenderò al trentesimo posto del ranking non morirò. Non penso ai punti per il ranking, programmo l’attività dei miei cavalli in base alle sensazioni che mi danno. Per me questo è ancora sufficiente, come lo è sempre stato».