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LA CARTA ETICA DEL CAVALLO



SCUDERIA 1918


Scuderia 1918, sostenuta dal Jumping Owners Club, crede fermamente che il benessere del cavallo debba essere sempre al centro di ogni decisione, scelta tecnica e sportiva riconoscendo che nessun risultato competitivo o obiettivo commerciale può giustificare pratiche che mettano a rischio il cavallo.


Oggi lo sport equestre si trova davanti a nuove sfide: l’opinione pubblica è più attenta, informata ed esigente. Sempre più persone si aspettano un approccio compassionevole ed etico nei confronti degli animali.

Da qui nasce l’esigenza di una Carta Etica del Cavallo creata da Scuderia 1918 in collaborazione con il Dipartimento Veterinario delle Università di Torino
e Parma.


La Carta Etica vuole rappresentare un cammino di consapevolezza, vuole essere uno strumento di sensibilizzazione, un invito a riflettere, a vedere con occhi nuovi ciò che spesso diamo per scontato. Non dice cosa fare, ma ci accompagna nel come e nel perché: due parole che trasformano la routine in responsabilità, e la tecnica in cura. Questo è il punto di svolta che separa l’arte equestre dalla scienza. L’arte è una sorta attitudine innata mentre la scienza dell’equitazione studia i meccanismi che possono poi tradursi in considerazioni etiche. Il linguaggio dell’etica, dunque, si intreccia costantemente con la scienza. Ne deriva la necessità di diffondere una cultura sociale responsabile che consenta continuità ed evoluzione del nostro sport e incoraggi i giovani a praticarlo sostenendone la formazione, la crescita e il legame con una comunità equestre eticamente elevata.

Parlare di benessere senza fondamento scientifico è pericoloso e fuorviante. Non ci sono tecniche o modi di fare giusti senza una base solida scientifica.

La ricerca scientifica ha elaborato il modello dei Cinque Domini del Benessere Animale. I domini Nutrizione, Ambiente, Salute, Comportamento e Stato Mentale non sono semplici categorie valutative, ma mappe di riferimento. Descrivono un percorso che parte dal corpo per arrivare alla mente, e dalla mente torna al corpo, in un continuo scambio di cause ed effetti. Una dieta sbilanciata, un ambiente povero di stimoli, una gestione che limita il movimento o la socialità: tutto questo non altera solo parametri biologici, ma il modo stesso in cui l’animale percepisce il mondo.


Per questo, nella gestione del cavallo, abbiamo bisogno di una visione olistica. Un cavallo può essere nutrito in modo adeguato, avere un box pulito, ricevere cure veterinarie perfette e tuttavia non stare bene. Sta bene solo quando ha tutto ciò di cui ha bisogno e noi dobbiamo essere consapevoli dei suoi bisogni e attenti al suo stato d’animo. è nostra responsabilità garantire al cavallo una vita felice.


Perché il benessere non è una fotografia, è un’esperienza.

È il modo in cui l’animale vive ciò che gli accade, come lo interpreta, come lo sente. Perciò è compito nostro creare le condizioni perché il cavallo possa vivere esperienze positive, arricchenti e gratificanti, che diano valore alla sua vita e ne rispettino appieno la natura.