A lezione da Michel Robert
Nel lavoro di tutti i giorni spesso ci concentriamo su determinati aspetti e tralasciamo alcune priorità fondamentali senza rendercene conto. Le rigidità della postura, lo sbilanciamento delle richieste e l’intensità eccessiva delle azioni, sono tra i difetti principali che si riscontrano tra i cavalieri, dettati da cattive abitudini. Si lavora troppo con le mani, si fissa lo sguardo sulle mani o sulla testa del cavallo, si fanno azioni forti, rigide, continue. Gli insegnamenti di un maestro sono quindi fondamentali.
Focalizziamoci sulla posizione in sella e sull’uso corretto degli aiuti. Se la nostra posizione è corretta il cavallo capisce. Dalla posizione corretta deriva il giusto uso degli aiuti. Le azioni devono essere chiare e semplici. All’azione segue la risposta del cavallo, alla risposta del cavallo segue il rilascio dell’azione, al rilascio dell’azione segue ‘niente’. Poi da capo. Lo sguardo ha un’importanza fondamentale. Permette al cavallo di capire sempre cosa vogliamo fare. L’uso corretto dello sguardo migliora la nostra posizione in sella e di conseguenza la comprensione del cavallo.
La progressione
Esperienza, comunicazione sensibile, decontrazione, ascolto sono da sempre i punti chiave dell’equitazione di Michel Robert. Partendo da questi presupposti la messa in mano è semplicemente l’ottenere un cavallo decontratto, appoggiato sull’imboccatura e all’ascolto del suo cavaliere.
Questa attitudine consente al cavallo di trovarsi nelle condizioni ottimali per eseguire anche un buon lavoro sul salto. Il primo obiettivo è dunque ottenere che il cavallo allunghi il collo e porti il naso in avanti e in basso sempre mantenendo la cadenza regolare e la direzione precisa. Il cavallo nella mano è fiducioso e appoggiato sul ferro; segue le mani del cavaliere affidandosi a lui, mentre le mani del cavaliere a loro volta seguono la bocca del cavallo con un delicato e leggero contatto. Questo contatto è permanente in tutte le situazioni per girare, rallentare, fermarsi. Le mani ‘fanno parte della bocca del cavallo’, perciò dobbiamo imparare ad avanzare con le mani il più possibile verso la bocca. Questa è una regola fondamentale che vale sempre. La prima causa dei problemi è la posizione scorretta in sella, che disturba la comunicazione con il cavallo. È mettendo ogni parte del corpo al posto giusto che entriamo in armonia con il cavallo e lo rendiamo così attento e reattivo alla più impercettibile delle nostre azioni.
Il circolo
Il lavoro di rilassamento e allungamento dell’incollatura si ottiene con un iniziale lavoro in circolo. È più difficile fare evolvere i cavalli su una linea diritta. Il circolo è adatto al cavallo perché segue la direzione del cavallo e lo facilita nell’ottenimento del risultato che si vuole raggiungere senza imposizioni o richieste ripetute ed eccessive. Per esempio, se vogliamo rallentare un cavallo che precipita è inutile, oltre che dannoso, mettersi a tirare sulla bocca con insistenza e forza, è sufficiente mettersi in circolo e stringerlo gradualmente a spirale.
Il lavoro in circolo, ovviamente, non esclude di variare il lavoro. Lo scopo finale è quello di migliorare l’ingaggio dei posteriori, di ottenere l’abbassamento delle anche, la morbidezza delle spalle, lo sviluppo muscolare della linea del dorso e degli addominali, la curvatura della colonna vertebrale che deve sovrapporsi, cioè essere uguale, alla curva del circolo.
La flessione del cavallo deve essere sufficiente a vedere una parte dell’occhio interno del cavallo. Manteniamo sempre la nostra posizione ottimale con il peso ben distribuito pari sulle staffe e con il corpo centrato nella sella.
Se il cavallo si sposta verso l’esterno del circolo, la distribuzione sbagliata del peso del nostro corpo né è sicuramente la causa. In questo caso rivolgiamo lo sguardo verso l’esterno del circolo per ristabilire l’equilibrio al centro, sui quattro piedi del cavallo. Se il cavallo si sposta verso l’interno rimettiamolo sul circolo iniziale solamente con l’azione della gamba interna che preme subito dietro al sottopancia. Prima di riunirsi e di entrare nella mano, il cavallo ha bisogno di lavorare in condizioni diametralmente opposte, cioè ha bisogno di estendere al massimo il suo corpo.
I cavalli devono sentirsi autorizzati ad allungare l’incollatura al massimo sia per saltare un grosso oxer sia per mangiare un ciuffo d’erba. Impariamo quindi ad avanzare con le mani e lasciare passare il movimento. Seguiamo sempre le regole della progressione e quando non siamo certi, fermiamoci e abbassiamo il livello dell’esercizio e della richiesta, piuttosto che sbagliare. Tutti i cavalli hanno qualità che prima o poi mostreranno. Ogni cavallo mette in evidenza le qualità per le quali è predisposto. Si chiama attitudine.