Ci sono esempi di arte equestre davvero particolari. Tra questi, il monumento equestre dedicato a Giovanni Acuto, un affresco custodito nel Duomo di Firenze e realizzato da Paolo Uccello per celebrare il condottiero inglese John Hawkwood, nome italianizzato in Giovanni Acuto.
Chi era Giovanni Acuto?
Giovanni Acuto è stato un condottiero d’armi e capitano di ventura. Di origine inglese, nacque nel 1320 circa a Sible Hedingham e morì il 14 marzo 1394 a Firenze, dove venne sepolto.
Di Giovanni Acuto si è scritto molto. Le testimonianze scritte dicono fosse un conciatore di pelli del villaggio di Sible, presso il castrum di Hedingham nella contea d’Essex, o un sarto. Quello che è certo è che iniziò la sua carriera al soldo del suo re, Edoardo III d’Inghilterra, durante la guerra dei Cent’anni. Dopo la pace di Brétigny (trattato che pose fine alla prima fase del conflitto) fondò una banda di mercenari, la Compagnia Bianca, che si schierava in difesa dello Stato che la pagava meglio.
Nel 1326, Giovanni Acuto scese in Italia, passando da un signore all’altro. Fu al soldo del marchese del Monferrato Giovanni Paleologo, della Repubblica di Pisa (sconfitto però nella Battaglia di Cascina… vi ricorda qualcosa?), dei Visconti con Barnabò Visconti e di Papa Gregorio XI. Dal 1377 passò al servizio dei Fiorentini, ai quali rimase da allora fedele. Quando morì a Firenze, venne sepolto con grandi onori nel Duomo di Santa Maria del Fiore. In seguito, le sue spoglie furono traslate nella città natale dal figlio John Jr., dietro richiesta del re d’Inghilterra Riccardo II.
Il monumento equestre a Giovanni Acuto
L’idea del cavaliere che incede sul suo cavallo non è originale: Paolo Uccello si ispira al ben più celebre Marco Aurelio, innalzato nel 176 d.c. e ora in piazza del Campidoglio a Roma. È invece totalmente nuova la modalità di esecuzione, perché Paolo Uccello trasforma il suo monumento equestre in una sorta di esercitazione di prospettive estreme.
L’incedere “errato” del cavallo di Giovanni Acuto
Tornando al monumento equestre a Giovanni Acuto, i committenti, gli Operai del Duomo di Firenze, pensavano che il cavallo ed il cavaliere dovevano infondere forza, determinazione, coraggio, impeto! E invece si trovano di fronte a un’opera incomprensibile, completamente anomala, in cui il cavallo ed il cavaliere appaiono schiacciati. Dove era finita tutta la monumentalità dell’immagine che si aspettavano per celebrare un grande condottiero? E la classicità del prototipo classico? Dell’incedere maestoso del Marco Aurelio non era rimasto proprio nulla! Paolo Uccello deve rimettere mano all’opera, che oggi presenta due punti di vista diversi: una visione dal basso per l’alto altare alla base ed una frontale per il cavallo e il cavaliere, dando loro maggior evidenza monumentale.
Nel tempo nessuno criticò la doppia prospettiva, ma l’attenzione si appuntò sul passo del cavallo: Giorgio Vasari notò, infatti, che procedeva alzando contemporaneamente le zampe dello stesso lato (il destro) e dichiarò che ciò in natura era impossibile! A voi appassionati l’ardua sentenza… aveva ragione Vasari?
L’artista Paolo Doni e le origini del suo soprannome
Come scrisse il Vasari, Paolo Uccello si distinse in particolar modo per i suoi studi di prospettiva e per le sue composizioni spesso ardite. Il suo vero nome era Paolo di Dono, ovvero Paolo Doni. Nacque a Pratovecchio il 15 giugno 1397 e morì a Firenze il 10 dicembre 1475. Il suo soprannome deriva dal fatto che – si diceva – vivesse in estrema povertà e, non potendosi permettere di tenere animali (volatili in particolare), si limitava a dipingerli.
Paolo Uccello era originario di una ricca famiglia (i Doni), e c’è chi dice che il soprannome gli fu attribuito, durante il suo apprendistato alla bottega del Ghiberti, dalla sua eccezionale capacità di riempire i vuoti prospettici con animali, soprattutto uccelli. Il suo interesse per lo spazio accrebbe al suo ritorno a Firenze dopo il soggiorno di Venezia (1492-1430), quando entrò in contatto con le ricerche condotte da Masaccio, da Brunelleschi e da Donatello.
Una curiosità: Paolo Uccello, assieme a Gioachino Rossini e Lev Tolstoj, è il soggetto di uno dei tre componimenti che formano i Poemi italici di Giovanni Pascoli. Il poemetto Paulo Ucello rappresenta una scena di dieci capitoli dove Paolo dipinge l’usignolo che non può comprare.
Emanuela Fortuna