Dal 1° gennaio Marco Porro è il selezionatore della squadra nazionale del salto ostacoli, affiancato da Stefano Nogara come tecnico di supporto.
Nei precedenti quattro anni Marco Porro ha lavorato al fianco di Duccio Bartalucci (tecnico e selezionatore) dedicandosi alla formazione di nuovi binomi emergenti. Alla guida di Marco Porro, l’Italia ha vinto la EEF Longines Nations Cup Series Final a Varsavia. A un paio di mesi dal suo nuovo incarico, abbiamo chiesto a Marco Porro di parlarci dei suoi programmi ma, ancor più, di raccontarci di sé come uomo di cavalli e delle motivazioni che stanno alla base dei suoi progetti.
I programmi li fanno i cavalli
«Tre sono gli obiettivi a cui puntiamo – spiega Marco – il primo sono i Campionati del Mondo di Herning il prossimo agosto per ottenere la qualifica olimpica di Parigi 2024. Individualmente abbiamo sempre partecipato ma come squadra facciamo davvero molta fatica e sono vent’anni che non ci qualifichiamo. Questa volta vorremmo riuscirci.
Il secondo obiettivo è rientrare nella prima Divisione di Coppa delle Nazioni e il terzo sono i Giochi del Mediterraneo».
«La mia visione – continua Porro – è quella di formare, cosa su cui già stiamo lavorando da tre anni, nuovi binomi, con giovani cavalieri e cavalli promettenti. Nel percorso di formazione punto molto agli Europei di Milano San Siro 2023 per i quali già stiamo lavorando con alcuni binomi, facendo soprattutto lavoro di condizione, passeggiate, percorsi semplici di esercizio. Lavoriamo sulla condizione fisica e mentale dei cavalli diluendo il lavoro nel tempo per sviluppare senza fretta il loro potenziale.
Ritengo sia questa la base del nostro sport, perché è il cavallo il vero atleta, il protagonista, il campione. È al cavallo che dobbiamo rivolgere la massima attenzione perché poi, quando montato da un buon cavaliere, si esprime al massimo. Dobbiamo prendere in considerazione ogni aspetto del cavallo atleta.
Quindi niente sforzi inutili o continui viaggi stressanti, ma programmazione studiata per una crescita costante dei cavalli nel rispetto della loro mente e del loro fisico. Voglio stare vicino agli atleti e per questo ho un contatto diretto con i cavalieri e con i loro veterinari.
Cerco di conoscere tutto dei cavalli, ogni dettaglio, perché, ribadisco, sono i cavalli gli atleti e vanno tutelati in tutti i modi nella loro crescita sportiva».
Percorsi di formazione
Per realizzare gli obiettivi, è necessario partire da progetti mirati e concreti: «Ora abbiamo in progetto con la FISE, che si impegna acquistando delle Wild cards (inviti), di portare i giovani emergenti a saltare nei grandi concorsi per acquisire punti ranking, in cui ora siamo molto indietro, e aprirci così le porte verso il grande sport – sottolinea Porro – Dobbiamo impegnarci e tutti insieme riacquisire il nostro posto nel panorama internazionale. A questo riguardo apprezzo molto che Emanuele Anchisi con Scuderia 1918 abbia preso a cuore questo progetto, insieme a me e alla FISE, sostenendo i nostri cavalieri con ottimi cavalli. L’intento è di riportare l’Italia nel posto che merita. Spero che Scuderia 1918 possa essere di buon esempio per altri. Dobbiamo stare uniti e insieme valorizzare la nostra Italia».
Focalizzarsi sul cavallo atleta
«Siamo italiani, siamo bravi e dobbiamo crederci – sottolinea Marco – Con un buon progetto, che inizia dai nostri cavalli giovani, e ne abbiamo tanti come si può vedere nelle classifiche mondiali dove ci sono spesso dei cavalli italiani; dobbiamo trovare investitori, programmare bene il loro lavoro e fare progredire i nostri cavalli nel modo corretto per ognuno di loro. In questi primi mesi alcuni cavalieri hanno iniziato la stagione in Italia, alcuni in Florida, altri in Spagna. A fine marzo rientrano tutti. Il primo appuntamento sarà La Baule, che sarà un po’ un concorso di prova dove alcuni binomi andranno a saltare il loro primo 5*. Poi avremo i Campionati Italiani e, naturalmente, ci sarà la squadra a Roma. Cerchiamo di avere più binomi ‘nuovi’ che possano saltare nei grandi appuntamenti per ‘risparmiare’ un po’ i nomi già consolidati che l’anno scorso hanno fatto tantissimo per la squadra e hanno finito la stagione un po’ stanchi.
In sintesi, vorrei cambiare la visione e focalizzarci sul cavallo atleta. Si parla sempre dei cavalieri ma è il cavallo l’atleta principale, quindi massimo rispetto per lui e programmazione scrupolosa. È necessario stare vicini, unirsi per fare le cose bene. Se, poi, la fortuna dovesse girare un po’ anche dalla nostra parte, ben venga, quella non guasta mai…».
Stare con i cavalli
Una vita dedicata ai cavalli, un’esperienza fatta sul campo e sulla formazione di cavalli giovani, sono fonti di ispirazione per l’incarico di oggi. «Sono stato un cavaliere normale ma penso di avere aiutato un po’ di cavalieri con i cavalli giovani a crescere ed emergere, per esempio Dohitzun Guernica di Enrico Frana o Ares di Emilio Bicocchi – racconta Marco Porro – Mi piacciono molto i cavalli giovani. Io consiglio sempre di comprare cavalli giovani. Tra l’altro dobbiamo favorire i cavalli italiani, farli conoscere portandoli sui campi di gara su percorsi di esercizio finalizzati alla crescita. Vorrei passare un messaggio ai nostri allevatori che fanno tanti sacrifici.
Li vorrei ringraziare per gli sforzi che fanno. C’è bisogno dei loro cavalli perché i cavalli italiani sono ormai al pari di quelli delle grandi nazioni europee. Cerchiamo quindi di valorizzarli. Non è il risultato del week end che conta, ma è progettare insieme ai cavalieri la carriera dei cavalli con calma, facendoli crescere rispettando i loro tempi. Dobbiamo cambiare il nostro punto di vista, essere lungimiranti e sapersi fermare quando un cavallo ce lo chiede, ce lo fa capire. L’anno scorso i risultati ci hanno dato ragione con la vittoria della Longines EEF Series Final in seconda divisione dove abbiamo alternato binomi in crescita supportati da binomi già consolidati. È stato il risultato di una programmazione fatta con i cavalli e per i cavalli».
Cambiamo la mentalità
«Dobbiamo rispettare molto i cavalli perché senza di loro saltiamo a piedi! – dice Marco Porro – Perciò sono sempre in contatto con i cavalieri e i veterinari per essere informato sulla forma dei cavalli e decidere insieme a loro i passi da fare rispettandoli sempre al massimo, senza mai forzarli né precorrere i tempi.
Prendiamo esempio dalle nazioni forti, come la Svezia, che ha una veterinaria italiana nel team, osteopata, fisioterapista e massaggiatrice. Se tre cavalli su quattro alle Olimpiadi hanno saltato senza ferri, un motivo ci sarà. Impariamo dalle grandi squadre. Noi siamo rimasti indietro su tante cose e dobbiamo migliorarci, dobbiamo cambiare la nostra mentalità. Dobbiamo metterci in discussione e imparare da chi sa bene come fare. Adesso con noi lavora un’osteopata che segue i cavalli a casa e in trasferta.
Mi piace imparare, osservare, capire ed esserci per i nostri cavalli e cavalieri. Di certo non vado a insegnare la tecnica ai cavalieri perché hanno fatto gare più grandi delle mie, ma magari posso aiutarli in maniera diversa». Il valore sta nei cavalli, questo dobbiamo averlo sempre ben chiaro in mente: «È fondamentale farci volere bene dai nostri cavalli e noi dobbiamo volere bene a loro. La loro mente deve essere con noi; questo è possibile solo se li rispettiamo in tutto. Cerchiamo di capire di cosa hanno bisogno e anche, quindi, di prevenire il più possibile gli infortuni grazie all’attenzione e alle premure. Così potremo a fine carriera metterli a prato come fanno tanti cavalieri al top del mondo che ritirano i loro cavalli quando arriva l’età di finire lo sport. Questo vuol dire averli gestiti al meglio,» conclude così Marco Porro.
Su queste parole auguriamo a Marco Porro di riuscire a lavorare al meglio sui suoi intenti e di realizzare i suoi progetti insieme ai cavalli e ai cavalieri per riportare l’Italia non solo a vincere ma a diventare un giorno l’esempio da seguire. Si inizia da qui, dai CAVALLI.