La rivincita delle femmine
DOTT.SSA EMANUELA VALLE
DIP. SCIENZE VETERINARIE – UNIVERSITÀ DI TORINO
EBVS® European Specialist in Veterinary
and Comparative Nutrition
Scegliere un ottimo stallone per ottenere un puledro di qualità potrebbe sembrare la strada più diretta, ma allevare è un’attività complessa che richiede pazienza e competenza e le soluzioni semplici non esistono quando si ha a che fare con i cavalli. Infatti, la realtà è che la qualità del puledro non dipende solo dallo stallone ma anche da altri fattori come ambiente, addestramento e, non ultimo, dalla fattrice.
L’ambiente materno
L’ ambiente materno è fondamentale per la crescita del puledro fin dal momento della fecondazione dell’embrione. Con ambiente materno si intende l’ambiente dove si sviluppa il feto quindi l’organismo della mamma. Esso risponde agli stimoli ambientali e nutrizionali che agiscono sul metabolismo materno.
Questo vuol dire che il piccoletto viene metabolicamente programmato secondo la scienza chiamata ‘nutrigenomica’. In pratica, l’espressione genetica viene influenzata dall’ambiente a cui è sottoposta la mamma e in questo contesto la nutrizione gioca un ruolo fondamentale. Quindi, anche se un cavallo ha una predisposizione genetica promettente per diventare un futuro campione, il suo successo dipende in gran parte dalla gestione della fattrice, addirittura prima che essa sia ingravidata. Durante gli 11 mesi di gestazione successivi, quando il puledro si sviluppa, l’espressione di tutto il suo potenziale genetico subisce un processo delicato e complesso, caratterizzato da interazioni dinamiche tra l’ambiente circostante e la fattrice.
L’esclusiva materna
Il DNA mitocondriale è una esclusiva materna in quanto, seppur più ‘piccolo’ in termini di numero di geni rispetto al DNA nucleare, esso ricopre un ruolo di primaria importanza nel metabolismo energetico. Esso viene associato al consumo di energia, alle prestazioni e alla resistenza. La sua particolarità in termini genetici è che viene ereditato solo dalla madre, e non al 50:50 come invece accade per il DNA nucleare. Dunque, è facile comprendere che ci sarà sempre una componente genetica strettamente ed unicamente legata alla fattrice, che verrà trasmessa di generazione in generazione in ambo i sessi. Viene così sottolineato il fatto che le linee genetiche femminili hanno un ruolo fondamentale anche nelle performance sportive. In particolar modo, è stato dimostrato un rilevante contributo femminile nella resistenza e nella capacità di esercizio. Inoltre, alcuni recenti studi indicano che il DNA mitocondriale contribuisce alle differenze di prestazione tra linee materne identificando cosi specifici talenti per il salto ostacoli e il dressage.
I progressi scientifici nell’ultimo decennio hanno permesso anche di scoprire quanto la linea materna (e quindi il DNA mitocondriale) sia in grado di influenzare anche la durata della gestazione e il rapporto tra i sessi nella prole ovvero se ci saranno più probabilità di avere un puledro o una puledra. La durata della gestazione solitamente varia tra i 335 e i 345 giorni, la fattrice è responsabile di questa variazione per il 13-18%, al contrario dello stallone che influisce solo per il 2-3%.
Embriotransfer: una scelta cruciale
Insieme al ruolo che assume il DNA mitocondriale, non possiamo sottostimare l’effetto materno nel suo complesso, ovvero, sia la componente genetica trasmessa sia l’ambiente uterino in cui il puledro si sviluppa.
In un curioso studio di qualche anno fa, è stato dimostrato quanto la dimensione corporea della fattrice influenzi quella del futuro puledro. Tramite inseminazione artificiale sono stati incrociati Shetland ponies e Shires ovvero due razze notevolmente differenti. Il risultato ottenuto è stato che i puledri nati dalle fattrici Shetland, alla nascita presentavo dimensioni tipiche di questa razza, mentre quelli nati da fattrici Shires erano di dimensioni decisamente notevoli, seppur non come puledri di razza pura. La differenza di dimensioni di questi puledri si è mantenuta nel tempo anche a distanza di tre anni. Questo ancora una volta vuol dire che non è solo questione di genetica: mai sottovalutare l’ambiente materno. Dunque non basta avere una buona donatrice di ottima qualità dal punto di vista genetico, ma la ricevente fa molto! Quest’ultima è in grado di influenzare (anche negativamente) il puledro alla nascita e nei mesi/anni successivi per quanto riguarda: il corretto funzionamento dell’apparato cardiovascolare, nonché il metabolismo energetico, l’ossificazione e quindi il rischio di lesioni ed il carattere.
Il passaporto
Quando si valuta la genetica di un cavallo, si fa spesso riferimento sia allo stallone (Sire) sia al padre della madre (Dam’s sire). Tuttavia va prestata molta attenzione alla fattrice perché contribuisce in modo significativo alla genetica. Una fattrice di qualità può influenzare positivamente il puledro in termini di salute, conformazione e temperamento.
Effetti dell’embriotransfer
Non bisogna scegliere la madre surrogata in base alla sua solo capacità riproduttiva e al costo.
Il trapianto degli embrioni in fattrici non idonee per genetica e struttura morfologica impone limiti di dimensioni. Inoltre, lo stato nutrizionale della donatrice di embrioni e della ricevente può anche influenzare la salute postnatale del puledro.
Sapevate che…
L’effetto mamma si nota moltissimo negli embriotransfer. La scelta e la nutrizione della madre surrogata determinano in parte la taglia adulta e la salute del puledro ma anche il suo carattere e la sua attitudine.