Porsi delle domande e darsi delle risposte. Le regole etiche e pratiche per evolvere nella buona equitazione. Negli ultimi decenni l’istruzione equestre è molto cambiata in tutti i Paesi. Nella formazione e nelle competenze degli istruttori ci sono infatti grandi differenze di livello e specializzazioni, sulla base delle diverse discipline, livelli dei praticanti e distinguendo, in modo particolare, agonisti e non agonisti. Infatti, non tutti gli appassionati sono orientati all’agonismo, molti scelgono il cavallo come l’amico ideale con cui trascorrere il tempo libero senza impegnarsi in competizioni. Per i semplici appassionati è impegnativo, anche solo in termini di tempo, confrontarsi con l’universo delle conoscenze che riguardano i cavalli: il loro scopo è più semplicemente montare e divertirsi.
Molti di loro sembrano ignorare che anche il cavallo più bravo del mondo può spaventarsi e scartare all’improvviso, né tantomeno si immaginano quanta esperienza sia necessaria per gestire un cavallo in una situazione critica. I cavalieri meno esperti tendono spesso a sopravvalutare le proprie capacità e sottovalutare i potenziali pericoli. A un grandissimo numero di cavalieri manca una solida formazione di base e questo è uno dei problemi più gravi.
Tanti perchè a cui dare risposta
Perché dover dedicare tempo e fatica al lavoro in piano quando il nostro scopo è saltare? Perché dover ottenere un assetto morbido, bilanciato, indipendente dalla mano? Perché dover acquisire sensibilità ed entrare in comunicazione con il cavallo? Perché dover conoscere le regole della biomeccanica? Quanti perché, quando apparentemente basta spendere quanto serve per comperarsi un buon cavallo e ingaggiare l’istruttore giusto che garantisca che il cavallo ‘funzioni’. Se poi i risultati non arrivano come sperato si possono trovare mille giustificazioni: il cavallo sbagliato, la sella sbagliata, il centro ippico sbagliato, l’istruttore sbagliato.
La maggior parte dei cavalieri amano i loro cavalli, e questo è un punto in comune, ma hanno opinioni diverse soprattutto sulle questioni tecniche relative all’addestramento; ascoltano opinioni e consigli di tanti altri sperimentando tutto e rischiando di perdere l’orientamento. D’altra parte è possibile progredire solo seguendo un percorso chiaro nell’addestramento e nell’allenamento del cavallo. Non esiste una ricetta brevettata, ogni cavallo e ogni cavaliere sono diversi per cui a ognuno di noi non rimane che trovare insieme al cavallo la strada giusta. Commettiamo la maggior parte degli errori per mancanza di conoscenza, esperienza, mancanza di specifica formazione. In linea di principio nessun cavaliere è esente dal rischio di valutare male se stesso nei confronti del proprio cavallo. Serve mettersi in discussione. Spesso i problemi di un cattivo addestramento si trasformano in problemi fisici che diventano poi ‘materia’ del veterinario, il risolutore di problemi, che possono essere spesso prevenuti. Tantissimi cavalli devono sperimentare i numerosi stadi di una possibile terapia prima che i proprietari comprendano che il corretto addestramento è un modo efficace per conservare un cavallo sano. Non è facile ammettere che si stanno commettendo errori nell’addestramento ma fare un’autocritica e accettare i consigli costruttivi di chi ne sa di più resta il primo e decisivo passo per ottenere un cavallo ben addestrato e sano.
Un lungo percorso di vita “mano nella mano” con i cavalli può condurre ai più alti traguardi quando il binomio si fonda sulla conoscenza, sulla progressione e sulla costante e umile evoluzione. Il più alto traguardo non è necessariamente agonistico, ma può esserlo anche la consapevolezza di avere raggiunto con il proprio cavallo la più̀ intima comunicazione per godere insieme di una passeggiata in un bosco o sulla riva del mare assaporandone natura, colori, profumi senza tensioni e in assoluta sintonia e serenità.
Buoni maestri e confronti
La maggior parte dei cavalieri di successo lavora regolarmente con istruttori competenti. Anche le osservazioni di altri cavalieri e le riprese video possono esserci di aiuto. La formazione è un processo di evoluzione e il livello di successo dipende dalla nostra capacità di autocritica e dalla disponibilità con cui ci concediamo a un essere vivente come il cavallo. Un buon insegnamento porta certamente a essere indipendenti ma raggiungere l’obiettivo costa parecchi anni, anche decenni. E i migliori maestri sono i cavalli stessi!
Brani tratti da ‘Alla ricerca dell’equilibrio’, Gerd Heuschmann (Ed. Equitare)