della Dott.ssa Emanuela Valle, Dipartimento Scienze Veterinarie – Università di Torino
Approfondendo l’analisi della straordinaria vista equina, emergono dettagli di sensibilità, adattabilità e precisione che plasmano l’essenza stessa della percezione del cavallo. In questo articolo, ci immergiamo nell’ambito della vista equina, rivelando le sue incredibili capacità e il ruolo cruciale che la vista gioca nella vita e nelle performance di queste creature maestose.
L’anatomia
L’occhio del cavallo è grande, anzi grandissimo. Se rapportato alla superficie corporea il cavallo è l’animale che ha l’occhio più grande.
La pupilla è ellissoidale e grand’asse orizzontale. Si restringe molto in condizione di luce forte, ma si allarga durante il buio quando, se illuminata, diventa riflettente a causa di un amplificatore luminoso che è il tappetum lucidum.
L’asse pupillare ruota in funzione della posizione della testa. In questo modo rimane sempre parallela all’orizzonte.

Visione panoramica
Il cavallo avendo gli occhi laterali vede tutto intorno a sé. Ai lati i cavalli hanno una visione monoculare che ricopre un campo di 350° mentre di fronte hanno una visione binoculare che copre un campo di circa 65°. Hanno anche due zone cieche. Con il cavallo perfettamente piazzato e dritto queste zone cieche sono 3: dietro di sé, sopra dove siede il cavaliere e una di fronte al suo naso.

Sul salto
Se osservate un cavallo mentre si avvicina ad un salto solitamente lo vedrete alzare la testa. Così facendo può utilizzare la vista binoculare con entrambi gli occhi e capire quanto è alto il salto. Una volta che si è avvicinato e compie la battuta di stacco non sarà più in grado di vederlo. Per questa ragione è bene sapere che i cavalli saltano alla cieca ricordandosi quanto visto pochi secondi prima. A volte per aiutarsi cercano di alzare la testa anche all’ultimo momento per percepire cosa stanno saltando. L’occhio umano grazie alla posizione frontale utilizza continuamente la vista binoculare e questo gli permette di vedere bene le distanze. Questo non è possibile per il cavallo.
Troppa luce
Una giornata molto luminosa non è l’ottimale per la vista del cavallo. Per lui le giornate ideali sono quelle nuvolose. È così sensibile alla luce che madre natura l’ha dotato di occhiali da sole naturali. I corpora nigra sono piccoli aggregati vascolari posizionati sul margine superiore della pupilla che funzionano da occhiali antiriflesso. Se un cavallo salta o lavora su un campo con la sabbia molto bianca dobbiamo sapere che è estremamente abbagliante per la sua vista. Bisogna poi pensare che l’occhio del cavallo mal si adatta ai cambiamenti di luce e fatica ad adattarsi quando abbagliato. Per questo quando ad esempio esce dalla scuderia o deve salire sul van ha bisogno di qualche secondo per adattarsi alle variazioni di luce.
Più grande
Il cavallo non vede gli oggetti vicini delle nostre stesse dimensioni ma gli appaiono circa il 50% grandi. Le grandi dimensioni del globo oculare e l’ampia superficie della retina ne permettono un ingrandimento dell’immagine.
I movimenti
Il cavallo è capace di percepire molto bene i movimenti, anche quelli sottili. È per questa ragione che riesce bene ad interpretare anche le nostre emozioni e leggere le nostre espressioni. Sono in grado di vedere anche piccoli oggetti non tanto per la loro forma ma per la variazione di colore e per i loro movimenti soprattutto quando sono posti sul terreno. Ecco perché possono spaventarsi di un gatto che si muove lontano, ma non hanno le stesse reazioni per gli oggetti quando posti al di sopra del loro garrese. Difficilmente un cavallo si spaventa per le bandiere che sventolano ai concorsi.
Accomodazione
Il meccanismo attraverso il quale l’occhio è in grado di mettere a fuoco oggetti collocati a diversa distanza è scarsa per il cavallo. Per questa ragione deve spostare la testa affinché i raggi luminosi cadano sulla zona della retina dove ci sono più cellule nervose. Per cui deve alzare la testa quando deve avvicinarsi ad un salto e o deve piegarla per vedere oggetti vicino a lui. Inoltre possiamo considerare il cavallo ipermetrope per natura anche se tuttavia gli oggetti per lui non hanno contorni definiti ma appaiono sempre un po’ sfocati.
Sull’occhio
Tutti i cavalli sono ‘sull’occhio’ ovvero guardano l’ambiente e gli oggetti per scrutarli e osservarli attentamente. Questo perché i cavalli contano moltissimo sulla vista in quanto è il loro organo di senso più sviluppato ed è quello che gli permette di affrontare il mondo.

I colori
Il cavallo vede i colori, però non vede le nostre stesse gradazioni di colori a come possiamo fare noi. Sembra possa vedere bene il giallo il blu, le variazioni luminose di bianco e altri colori molto luminosi ma non il rosso e l’arancione. Ha infatti una visione dicromatica.
Questa differente capacità di vedere i colori deve essere presa in considerazione quando si progettano gli ostacoli poiché per alcune combinazioni di colore avrà più difficoltà a distinguere l’ostacolo e il terreno quindi la battuta di stacco. Ad esempio può essere utile avere barriere alla base del salto di colore diverso rispetto alle altre barriere e sarebbe meglio che questo colore sia brillante affinché possa giudicare meglio le distanze e l’ostacolo.
L’articolo completo è estratto da Cavalli&Cavalieri Novembre/Dicembre 2023: